Le risorse messe a disposizione grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono ingenti e rappresentano un unicum per la nostra storia recente, ma al contempo richiedono un grande senso di responsabilità in primis e sicuramente anche una certa lucidità e una visione di insieme di alto livello per poter impiegare al meglio le somme in questione, stimolando la crescita del lavoro e la ripresa economica, centrando al contempo gli importantissimi obiettivi legati alla transizione ecologica e digitale, in linea con le richieste esplicite in arrivo da Bruxelles.
Per riuscire a operare i grandi cambiamenti in programma e per centrare i necessari traguardi, rispettando gli impegni assunti tramite il PNRR, occorre una programmazione precisa e ben congegnata, capace di individuare le aree di intervento, di valutare gli strumenti a disposizione e le possibilità operative e di dare il via a una strategia di lungo periodo che preveda però step intermedi da soddisfare in maniera puntuale e precisa. Se tutto questo è valido a livello nazionale, col Governo impegnato nella difficile ma necessaria impresa di far quadrare tutto, grandi responsabilità spettano anche a Comuni e Regioni: a tal proposito, la Regione Lazio è inevitabilmente chiamata a giocare un ruolo da protagonista.
Per rendere concreto l’impegno per la transizione ecologica della Regione Lazio, già a gennaio 2022, con la scadenza del bando “Lazio in Transizione”, sono giunte 467 proposte progettuali da parte di attori pubblici e privati, allo scopo di identificare le priorità di intervento sul territorio laziale in tale ambito. Il bando in questione, che ha previsto otto aree macro tematiche (Idrogeno; smartgrid; mobilità elettrica e accumuli; gestione della risorsa idrica; economia circolare; patrimonio naturale /biodiversità; cura del territorio; aree dismesse e aree a rischio; comunità energetiche; agrifotovoltaico), ha visto le maggiori proposte proprio nell’economia circolare, con il 21% del totale dei progetti presentati.
Di recente, sono state svelate le cifre a disposizione del Lazio, sia in termini assoluti, sia riguardo al mondo in cui poi le risorse verranno ripartite fra diversi settori e diverse aree di intervento, così come è stata resa nota la volontà della Regione Lazio di fungere da traino per l’intero Paese e di rappresentare un polo di eccellenza a livello europeo nella fase di risalita attraverso l’impiego delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e nella produzione di benessere.
Provando a fornire qualche dettaglio, va detto che il totale da investire è pari 16,6 miliardi di euro, dei quali 7,4 miliardi di euro legati al PNRR: della somma globale, quasi due miliardi verranno utilizzati per la sanità e la casa, altri 4,6 per ferrovie, strade, porti e reti digitali, e 2,2 per l’ambiente, transizione energetica, bonifiche e interventi su acqua, aria e rifiuti. Ma non è finita qui, perché 1,5 miliardi saranno destinati al sostegno alle comunità locali, alle aree urbane e ai piccoli borghi, altri 823 milioni per il lavoro, 888 milioni per sostenere la scuola e la ricerca, 1,8 miliardi a favore delle imprese, delle start up, dell’industria e del turismo e 585 milioni per sport e cultura.
Si tratta in definitiva di cifre decisamente importanti e in linea con le grandi ambizioni descritte, in un contesto socio-economico nuovo a livello nazionale e internazionale ma che anche a livello di realtà politiche locali, un contesto in cui sarà fondamentale sapersi assumere responsabilità importanti e avere coraggio e lungimiranza nelle scelte da compiere e negli interventi da realizzare. E la Regione Lazio è chiamata a un compito di enorme importanza in tal senso.