Il mondo in cui viviamo è un Pianeta in continua evoluzione e che, purtroppo, non gode di una salute perfetta, anzi. Sebbene da qualche decennio si provi a porre l’accento su tante situazioni poco incoraggianti e su problematiche sempre più chiare, soltanto negli ultimi anni il livello di allerta si è alzato sensibilmente e si è iniziato, finalmente, a dare la necessaria attenzione a un tema estremamente delicato e importante, ma anche colpevolmente sottovalutato per lunghissimo tempo.
La salvaguardia delle risorse naturali della Terra parte inevitabilmente dalla tutela dell’ambiente, obiettivo di primaria importanza che è entrato ormai a pieno titolo nell’agenda politica dei Paesi di tutto il mondo e che deve essere raggiunto non soltanto limitandosi a “non fare qualcosa”, come ad esempio non mettere in atto comportamenti dannosi o nocivi; il cambio di marcia invocato e percepito come sempre più necessario è incentrato sul “fare qualcosa”, vale a dire mettere in pratica su larga scala, in maniera diffusa e costante, determinati comportamenti attivi, strettamente legati tra l’altro alle dinamiche di consumo, al funzionamento del sistema economico e a un più ampio processo di carattere comportamentale, sociale e culturale da parte di tutti.
Tra le principali indicazioni in tal senso assume grande rilevanza il concetto di “economia circolare”, espressione che fa riferimento a un sistema economico in grado di garantire la propria ecosostenibilità e capace di rigenerarsi da sé: tale concetto, in concreto, si realizza attraverso l’adozione di un modello di produzione e consumo che tenga conto di fattori fondamentali quali la lotta agli sprechi delle risorse, nonché la riparazione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali e la riduzione della massa dei rifiuti.
Se il modello dell’economia circolare rappresenta un passo in avanti obbligato e da attuare in tempi brevi, altrettanto importante è il processo definito come “transizione ecologica”, espressione che designa una sorta di vera e propria rivoluzione di carattere ambientale e che rimanda a un traguardo ritenuto indispensabile per la salute del nostro Pianeta. La transizione ecologica è ormai, infatti, obiettivo dichiarato in maniera esplicita da numerosi Governi e riveste un ruolo di primissimo piano nella fase attuale e nelle strategie da attuare dopo il dramma della pandemia. In sostanza, la transizione ecologica segna un passaggio epocale nelle dinamiche produttive ed economiche, perché dovranno essere necessariamente considerare non solo gli aspetti legati al profitto economico, ma occorrerà tener conto di quanto ogni attività sia sostenibile a livello ambientale ed ecologico. Tale rivoluzione riguarderà pienamente ogni aspetto dell’universo produttivo, non solo le organizzazioni industriali ma anche la filiera agroalimentare.
Sin da subito, in definitiva, occorre riconsiderare i comportamenti della popolazione mondiale e responsabilizzare i singoli dell’importanza di quanto viene fatto giorno per giorno: la sfida, di fondamentale importanza per il presente e per il futuro, è avere sempre più cittadini e consumatori consapevoli dell’importanza della posta in gioco.